venerdì 6 maggio 2011

"Massone per Caso" il Romanzo che non doveva uscire, di Emilio Graaz

Finalmente dopo 35 rifiuti editoriali, minacce, aggressioni, ho trovato un editore che ha avuto il coraaggio di ascoltarmi e di rendere pubblica la mia storia. Esce con Audax Editrice il romanzo "Massone per Caso"


-La vicenda è ambientata in una provincia del Friuli, ma potrebbe essere ambientata in una qualsiasi città della sonnolenta e opulenta provincia italiana, apparentemente lontana dai grossi centri del potere e dalle manovre di palazzo. La vicenda si dipana inaspettata e sorprendente perché non comunemente percepito quanto fermenta nel sottosuolo della apparentemente sicura tranquillità della provincia. Nonostante ciò le implicazioni generali sono legate al fatto che la massoneria è un fenomeno presente in egual misura in tutto il paese, con le medesime caratteristiche, trattandosi di attività e azioni che hanno riverberi e conseguenze, spesso condizionanti e a volte opprimenti, sul complesso della vita sociale, economica e politica della nazione.-

Guarda il Book Trailer al link: "Massone per Caso" Trailer

Sinossi di “Massone per caso”:

-Emilio Francesco Graaz è un giovane scrittore abbastanza noto nella sua città. Vive per lo più di espedienti e in condizioni economiche precarie. Nonostante questo, grazie alle sue attività letterarie, viene notato e avvicinato da alcuni massoni. Graaz, animato da un fervido amore per la verità,  intuisce la possibilità di poter fare parte della massoneria. Deciso in questo fine riesce a dissimulare la sua condizione economica giocando su una serie di fraintendimenti e di fortunate circostanze ed infine riesce ad infiltrarsi nella massoneria pur non avendone i requisiti sociali ed economici.
In un primo momento mosso ingenuamente dall’amore per gli ideali massonici in seguito ne scopre all’interno, con grosso rammarico, le meschinità, le operazioni illecite e i meccanismi di controllo sociale. Ne taccia i limiti e rifiuta di scendere a compromessi. Una volta scoperta la sua reale identità e posizione economica iniziano una serie di ricatti e minacce ad opera della massoneria, volte alla sua eliminazione. Prima cercando di comprarlo poi organizzando delle vere e proprie cospirazioni volte alla sua rovina. Emilio nel frattempo scopre le operazioni che stanno alla base del controllo finanziario e culturale: appalti truccati, riciclo di soldi, controllo delle banche e di grosse realtà industriali. Deciso a non vendersi per l’amore del giusto rifiuta di assecondare i ricatti e infine viene barbaramente aggredito. Disperato e senza ormai un soldo Emilio si rivolge a un enigmatico professor Frank per chiedergli aiuto.-

martedì 21 dicembre 2010

Perchè non credo nella massoneria -parte seconda-l'Elite dei ricchi

L’elite dei ricchi

L’articolo 18 degli statuti generali della società dei liberi muratori della Gran Loggia di Italia recita:
“Non può essere ammesso né essere conservato chiunque abbia esercitato o eserciti mestieri e impieghi servili, abbietti e disonoranti”.
Abbiamo con ciò la formuletta magica per ammettere al suo interno solo i più ricchi. Imprenditori, dirigenti d’azienda, avvocati, giudici, politici. L’Opulenza e lo sfarzo sanciscono il connotato, la parola d’ordine (o di passo, per usare il loro vocabolario) per far parte della confraternita che, sempre leggendo i loro statuti, dovrebbe  ( e con quale sarcasmo contraddittorio!) fare di se stessa sobrietà e giubilo.
Un commesso, un facchino, un operaio, un impiegato, ahimè, non possono lavorare al bene dell’umanità, non hanno la condizione morale per operare al grande edificio che Hiram desidera.
Non si può ricercare la verità e nessuna conoscenza nobile se non si ha un grosso conto in banca o una rilevante posizione economica.
A dar adito ai massoni dunque Gesù era un abietto, San Francesco non avrebbe mai potuto essere massone, ne lavorare al bene dell’umanità. Buddha sarebbe stato espulso dalla massoneria per cattiva condotta. Qualunque filosofia basata sulla povertà sarebbe stata sancita e decretata dal Grand’Oriente come antimassonica e sovversiva.
Vantano secolari conoscenze iniziatiche ed esoteriche, ma di quei Maestri del passato che hanno asserito che è solo la privazione dei beni, il dono delle proprietà ai poveri, la condizione per giungere alla vera conoscenza di se stessi, ecco, di questi saggi se ne dimenticano ben presto.
Meglio il potere e la ricchezza, scelta veloce e razzolata. Massone - riccone e il gioco è fatto.
L’Ossimoro è la regia formula della loro istituzione: vantano infatti un fine immateriale e filantropico e nel contempo accumulano beni terreni e quando hanno comprato un ambulanza per un ospedale del Congo e organizzato un concerto per i bambini ciechi sono a posto con la coscienza.
Più che il sole dell’Oriente dovrebbero venerare Pluto, visto che il loro impero è sostanzialmente Plutocratico.
La loro origine stessa è basata di fatto sull’affermarsi delle caste di mercanti in contrapposizione alle caste nobili. Gli abitanti del Borgo, i borghesi sono i primi massoni.
Prima di loro i valori dominanti erano quelli della lealtà, della possibilità dell’uomo di migliorarsi in differenza di valore, di essere leale a valori supremi, di credere nell’Onore. Con il 1700 invece abbiamo le grosse fazioni di industriali e mercanti che iniziano a parlarci di libertà ed equità, di tolleranza. Ovviamente, si è liberi ed eguali tutti di produrre, acquistare e consumare.
Tutta la filosofia massonica, è detto in altre parole, una filosofia per ricchi, per grassi e pasciuti mercanti. ( E’ raro, credetemi, lo dico da ex massone, è raro trovare un massone magro!)
Spesso si nascondono sotto pinguedini che nascondono i loro occhi piccoli e guardinghi, protettivi del loro denaro.
Temono di gran lunga gli intellettuali e gli artisti quando non si fanno comprare.
Perché venerano la ragione? Perché la parola ragione deriva dal latino Ratio, che era il resto di un operazione commerciale. Anche i loro oggetti di culto derivano dal dio denaro e tutta la balaustra che li determina è il lezzo del denaro.
Prendono le distanza dai vangeli perché aborriscono questo Gesù, un tipo vestito di stracci, che dice alle genti di vivere in miseria e di non farsi chiamare Maestri.
E se sei massone, e sei proprio convinto che senza il dono non ci sia salvezza dell’anima, bene! Dona i tuoi soldi ai tuoi fratelli massoni!

domenica 21 novembre 2010

Perchè non credo nella Massoneria ( P.Prima: La segretezza )

PERCHE’ NON CREDO NELLA MASSONERIA 
Di Emilio Francesco Graaz

La Segretezza

Quando entrai nella massoneria ero, forse troppo ingenuamente, convinto che essa trattasse del bene dell’umanità e lavorasse coscienziosamente al progresso e allo sviluppo della moralità e della spiritualità degli uomini.
Amaramente, e con disgusto, da massone scoprii che ciò non era che un paravento, una facciata esterna per coprire tutt’altro, come la tutela e la salvaguardia dell’interesse di un elite ristretta di persone.
In un primo momento mi spiegarono la necessità che l’operato dei massoni dovesse essere segreto. La massoneria si nascondeva infatti dietro oscure e fittizie associazioni culturali come “l’associazione Galileo Galilei” o “Il Centro Sociologico Italiano” che in realtà non esistevano se non come nome che fungesse da copertura all’obbedienza massonica.
I motivi che mi addussero a giustificare tale segretezza erano che il sapere massonico, così importante, non poteva cadere nelle mani di persone di dubbia moralità né tantomeno finire nelle menti di chi, non iniziato e pertanto non così evoluto, non era atto a intendere e comprendere appieno la portata di questa somma conoscenza che loro vantano di detenere.
Il discorso sembra, per certi versi, perfino filare liscio se non fosse che esso è completamente fallace.
Poniamo che per esempio io voglia nascondere il segreto delle equazioni di quinto grado alla gente e io crei una setta di matematici che ne nascondono il segreto ai non matematici.
Le mie ragioni sono che, se di primo acchito gettassi tale segreto nelle mani sbagliate, le persone non mi capirebbero, poiché non hanno tali sufficienti conoscenze per comprendere ed anzi forse, proprio per ciò, susciterei l’effetto opposto: quello di fargli odiare la matematica.
Forse all’inizio, agli albori di questa mia operazione, avevo intenti perfino nobili, casomai mi ripromettevo di preparare le persone a piano piano, enunciando gradualmente la teoria dei numeri primi, delle equazioni di primo grado e così via in modo che un giorno tutti capissero.
Poi però succede qualche cosa: la potenza di queste equazioni che io solo detengo nella mia setta, la loro eleganza, la loro bellezza e soprattutto la loro potenza di risolvermi infiniti problemi, decido di non metterla al servizio di tutti. Certamente se queste mi garantiscono il potere di intervenire sulla realtà non vedo perché dividere questo potere con gli altri, questa ricchezza e potenza è bene che rimanga solo mia. Ecco che allora invece di diminuire la distanza fra non matematici e matematici la aumento e sostengo che io e il mio gruppo siamo i soli capaci di intendere la matematica.
Si comprende bene le origini psicologiche di queste operazioni, che a mio parere possono stare alla base dell’operato massonico.
Io non credo che tutti siano così inebetiti come intendono loro, semmai loro vogliono mantenere tutti nello stato di incoscienza per continuare a dividersi fra se soli il pane meglio lievitato.
Tutti possono comprendere le equazioni di quinto grado, dico tutti. Per gradi a tutti si potrebbe enunciare e far capire la bellezza e la meraviglia della matematica.
Non si nasce iniziati. Socrate rifiutò di entrare nei misteri Eleusini proprio perché sarebbe stato costretto poi a non insegnare agli altri ciò che avrebbe compreso all’interno.
Platone, in un celebre dialogo, per dimostrare che la conoscenza è in tutti e per tutti, e che non esistono distinzioni fra sapienti e non sapienti, fa chiamare da Socrate un semplice servo illetterato e per gradi gli fa comprendere, ed anzi lo fa dedurre a lui, il teorema di Pitagora.
La segretezza la reputo come qualcosa di abominevole. Non credo che nessuna conoscenza possa chiamarsi tale se non è al servizio e per il bene di tutti.
La conoscenza non deve essere di un elite e se questa elite ha maggior conoscenza, anche fosse per maggior virtù e intelligenza, non per sé deve tenerla ma per curare il male e la sofferenza altrui, poiché chi ha più potere e sapienza deve in egual misura essere più responsabile degli altri e farsi carico di chi ha meno di lui.
Se così importante e bella, così nobile e giusta la conoscenza dei massoni perché non organizzano convegni e conferenze apertamente sulle loro conoscenze? Tante di quelle conoscenze anche esoteriche, ermetiche, che loro detengono, sono d’un fascino di rara specie. Perché non enunciano alle genti il sapere se lo posseggono?
La risposta, lo dico da ex massone, è che essi vogliono così legittimare la loro oligarchia, per essere gli unici a godere di privilegi e conoscenze.
Ma io dico, come dice Gesù nel vangelo, a che serve la luce se la nascondi sotto il tavolo?
La luce va tenuta alta affinché tutto illumini.
Ed io vi dico che non vi è nessun segreto che non possa essere conosciuto. Se uno infatti volesse sapere, ricercando in ogni dove, nei libri e nell’altrui esperienza, troverebbe tutto.
Se vogliamo impedire ai massoni di continuare a sollazzare con la nostra ignoranza io vi dico, informiamoci, informatevi, poiché non vi è nulla che non possiamo sapere con l’indagine. Tutti i loro simboli si possono non solo conoscere ma anche comprendere, tutto il loro operato va conosciuto e messo sotto la luce del sole.
Perché loro amano tanto la segretezza? Si vantano di venerare il sole, la luce, l’oriente e alla fine non fanno altro che stare in ombra, nell’oscurità.
La verità è che essi sono invisi alla luce. Poiché chi vive nell’ombra ama le tenebre e non prova nessun amore per la luce.